Notule
(A
cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 06 febbraio 2021.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI
INFORMAZIONI]
Chiarito un meccanismo amigdala-ippocampo nella depressione
da stress. Lo stress cronico è uno
dei fattori critici nella genesi dei disturbi depressivi, e dunque lo stress
psicosociale di grado lieve (chronic unpredictable mild stress,
CUMS) è comunemente impiegato per riprodurre un quadro simil-depressivo nei
modelli sperimentali. L’amigdala basale laterale (BLA) e la parte
ventrale della regione CA1 dell’ippocampo (vCA1) sono siti
critici durante le alterazioni indotte da stress in soggetti depressi,
ma il meccanismo responsabile dell’effetto non era stato ancora chiarito. Hui Ma e colleghi hanno accertato una specifica
connessione dalla BLA posteriore alla vCA1, che determina l’effetto grazie
all’azione dipendente dai recettori del glutammato AMPA. [Ma H.., et al. PNAS
USA 118 (6): e2019409118, Feb. 9, 2021].
Scoperti moduli della memoria a breve termine con la fotostimolazione. Con la fotostimolazione bifotonica di
piccoli gruppi di neuroni Kayvon Daie
e colleghi hanno ottenuto risposte del calcio sparse in neuroni accoppiati per
circa 100 μm e hanno rilevato che i neuroni con simile reattività associata
alla prova erano preferenzialmente accoppiati. La sperimentazione condotta su
questa base ha consentito di scoprire che i circuiti neuronici della memoria
contengono, intercalati, dei moduli connessi ricorrentemente, che possono
indipendentemente mantenere attività selettiva persistente. [Daie K., et al. Nature Neuroscience 24, 259-265, 2021].
L’orologio biologico principale è regolato dal GABA dei
neuroni AVP. Il nucleo soprachiasmatico
dell’ipotalamo (SNC), il pacemaker circadiano considerato l’orologio
biologico principale dei mammiferi, è una struttura in forma di rete costituita
da numerosi tipi diversi di interneuroni rilascianti GABA e cellule gliali. Il
ruolo di questa segnalazione GABA-mediata è rimasto controverso. Takashi Maejima e colleghi hanno
accertato e dimostrato che la trasmissione GABAergica dei neuroni contraddistinti
dalla sintesi di arginina-vasopressina (AVP) regola i tempi della scarica dei
neuroni del nucleo per restringere il comportamento circadiano secondo definite
finestre temporali negli orologi molecolari di SNC. [Maejima
T., et al. PNAS USA 118 (6): e2010168118, Feb. 9, 2021].
Come la dietilammide dell’acido lisergico (LSD) genera falsa
socievolezza. La molecola psicosomimetica e psicodislettica
LSD, la cosiddetta droga psichedelica degli hippies che ancora viene spacciata anche
nel nostro paese per gli effetti allucinogeni, è in grado di accrescere nel
topo il comportamento socievole potenziando nella corteccia prefrontale mediale
la trasmissione eccitatoria attraverso i recettori 5-HT2A/AMPA e la
segnalazione mTOR. Su questa base, Danilo De Gregorio
e colleghi, suggeriscono la sperimentazione delle droghe psichedeliche nell’autismo.
Fra le numerose ragioni del nostro parere contrario, riportiamo le seguenti: 1)
il deficit di socialità nei disturbi dello spettro dell’autismo non è causato
da scarsa attività della via eccitata dalla LSD; 2) l’azione dell’agonista
lisergico dei 5-HT2A sostanzialmente altera il regime funzionale di
recettori che mediano una lunga lista di funzioni fisiologiche; 3) le reti
neuroniche della corteccia prefrontale svolgono ruoli di delicata importanza
per le funzioni cognitive; 4) le differenze fra topo e uomo nelle basi
neurobiologiche della socialità sono tali da rendere i modelli murini poco
adeguati per questo genere di studi. [De Gregorio D., et al. PNAS USA 118 (5): e2020705118,
2021].
La tendenza in crescita delle infezioni da SARS-CoV-2
conferma l’insufficienza delle misure. Nell’ultima
settimana, fino a venerdì 5 febbraio, si è registrato un peggioramento che evidenzia
ancora una volta l’insufficienza di misure che sono il prodotto dell’adozione
di un criterio sbagliato, perché non preventivo, come abbiamo sottolineato da
sempre. Quasi tutte le regioni sono in fascia gialla: se questi colori avessero
un senso riguardo al numero di nuovi contagiati e nuovi deceduti dovremmo
desumere che siamo a poche decine di nuovi casi al giorno per regione e uno o
due decessi alla settimana. Venerdì si sono registrati 14.218 nuovi contagi,
377 morti, trend in aumento in 13 regioni e RT = 0,84. Il che significa
che la situazione è così grave che non si può fare il tracciamento, che è
praticabile con indici RT al di sotto di 0,50.
Questo vuol dire che non possiamo sapere se questo aumento è dovuto alla
riapertura delle scuole, alla maggiore fruizione di trasporti pubblici o ad
altre ragioni. Non possiamo fare tracciamento da novembre, perché non si è
voluto fare il lockdown. Hanno sbagliato. Ma
nessuno ha il coraggio di dirlo. L’Istituto Superiore di Sanità cosa altro può
fare se non pubblicare i dati e trasmettere l’allarme? Ora, caduto il Governo,
manca il gestore politico nazionale della salute pubblica; quello che finora ha
deciso di aumentare le aperture al crescere dei decessi. Non possiamo far altro
che sperare che il ministro del nuovo governo Draghi dia maggiore ascolto alla
voce di medici e ricercatori per il bene di tutti.
Perché senza la bellezza è più facile perdere il senso della
vita. Vivere di bellezza vuol dire
coltivare un’armonia interiore che aiuta a ristabilire l’equilibrio turbato dagli
eventi negativi, che non mancano nella vita di ciascuno. Ma, soprattutto, la
comprensione del senso della bellezza non come breve riflessione su un esercizio
percettivo ma attraverso l’esperienza di vita, conferisce l’abilità di fare
aderire alcune nostre istanze profonde alla dimensione della realizzazione di
valori espressi in un’antichissima radice psico-antropologica.
Radice che, in quanto tale, ci riconduce per una parte al cervello e per
l’altra alla dimensione culturale. La nostra lunga e approfondita riflessione su
questi temi, per il Seminario sull’Arte del Vivere, ci ha consentito di
comprendere che, se lo vogliamo, la bellezza può aiutarci a nutrire il senso di
identità attraverso l’appartenenza a un’impresa umana con valore universale.
Non è certo un caso che l’emergere e l’affermarsi del nihilismo nel
Novecento sia coinciso con l’abbandono del valore della bellezza nel mondo dell’arte.
Nelle arti figurative, in particolare, la concezione del bello
teorizzata come senso stesso di quell’ambito dell’esperienza umana, che ne
traeva il nome di “Belle Arti”, ha ceduto il posto al nuovo, spesso un
nuovo ad ogni costo.
La novità come valore dominante e il bello, teorizzato per oltre
duemila anni a partire dal senso greco della kalokagathίa (lett.:
bellezza-bontà), divenuto
improvvisamente un disvalore ha condizionato la perdita di un esercizio
psicologico con efficacia adattativa consistente nella fruizione dell’opera d’arte
come piacere estetico che rimanda a un valore etico.
Il valore dell’opera d’arte legato al bello è stato un approdo di civiltà
per tutti i popoli antichi in ogni regione del mondo, come provano le
testimonianze archeologiche, perché gli antichi avevano compreso la funzione di
nutrimento psichico dell’esperienza del bello.
In proposito si suggerisce la lettura de “Il Ritorno della Bellezza” (in Note
e Notizie 24-10-20), dal quale traiamo un brano che cita precedenti
scritti.
“Una
sintesi estrema del rapporto fra essere e bellezza dal mondo greco a quello
cristiano può aiutare a comprendere l’inedita realtà del presente:
La cultura
medioevale, elaborando la concezione greca dell’essere alla luce della tradizione giudaico-cristiana, lo qualifica
come unum, verum et bonum. Poi, lo studio di pensatori
oggi semisconosciuti, quali Pseudo-Dionigi l’Aeropagita,
autore di una teologia negativa, e di autori fondamentali nel pensiero
filosofico cristiano, come Sant’Agostino, portò due celebri francescani, ossia
San Bonaventura ed Alessandro di Hales, ad aggiungere un altro tratto distintivo,
concepito quale carattere trascendentale: pulcrum, ossia bello. Uno sviluppo che non sorprende se
si considera che già San Francesco vedeva “nel bello delle creature il
Bellissimo”. Nasce, dunque, in seno a questa cultura, il concetto di bellezza quale attributo dell’essere.
Non molti
sanno da chi e dove fu scritta la frase la
bellezza salverà il mondo, che ispirò anche Giovanni Paolo II: Fёdor Dostoevskij la vergò nel manoscritto de L’Idiota a Firenze, nella sua casa di
Piazza Pitti, dove visse durante la creazione di quel capolavoro della
letteratura. La città della bellezza artistica fu scelta dal grande romanziere
russo proprio per la sua sensibilità estetica, che lo portava anche a far
visita almeno una volta l’anno alla Madonna Sistina di Raffaello, presso la quale
rimaneva a lungo in contemplazione. Oggi possiamo interpretare questa
esperienza ripetuta come un esercizio efficace nell’adattamento psicologico o,
come si è soliti dire, quale autoterapia.
Il tema
della “bellezza che salva” è ripreso da Dostoevskij ne I Fratelli Karamazov: Ipolit, un ateo,
chiede al principe Mynski: “In che modo la bellezza
salverebbe il mondo?”. Il principe non risponde a parole, ma con un’azione
eloquente: si reca da un giovane diciottenne agonizzante, e rimane ad assisterlo
fino alla morte.
La
bellezza quale dimensione di senso dell’esistenza è stata recentemente ripresa
da Anselm Grun (Bellezza: una nuova spiritualità della
gioia di vivere. Vier Turne
Verlag, 2014) che spiega come per Dostoevskij la
bellezza sia dimensione etica e spirituale, più che estetica, in quanto
originata da Cristo stesso, quale “Seminatore di bellezza” nell’animo umano.
Molte resistenze
verso questa prospettiva cristiana, non limitate agli ambienti in cui è
prevalente la cultura scientifica, negli ultimi decenni hanno caratterizzato
una sorta di rimozione collettiva di questa parte della storia del pensiero e
della sua influenza plurisecolare sulla sensibilità umana ed artistica.
L’accantonamento, che ha visto quasi la scomparsa nel Novecento di ogni materiale
documentario di questa concezione del bello dal novero degli oggetti di studio
e degli strumenti per la didattica scolastica e universitaria, non ci appare
oggi giustificato. Al contrario, il suo approfondimento nel confronto con la
concezione platonica e in contrapposizione con i numerosi e polimorfi
orientamenti attuali, ci sembra possa costituire un’utile fonte di conoscenza”[1].
Notule
BM&L-06 febbraio 2021
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con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Note e Notizie 13-10-18 Notule:
Il potere
della bellezza concepita non come qualità percettiva della forma, ma quale dimensione
dell’essere.